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sexta-feira, 16 de outubro de 2015

La Meridiana Della Basilica San Petronio

La Meridiana Della Basilica San Petronio

Non tutti forse sanno che la Meridiana che si trova dentro la Basilica di San Petronio é ancora considerata la piú grande al mondo!!!!

La meridiana

La meridiana di Danti

La prima meridiana costruita in San Petronio venne realizzata da Egnazio Danti fra il 1575 e il 1576, dopo averla progettata per la Basilica di Santa Maria Novella a Firenze, chiamandola "grande gnomone". Di essa sono rimasti un foglio illustrativo dello stesso Danti, le descrizioni e gli schizzi di Giovanni Riccioli, pubblicati nelle sue opere del 1651 e1655. Il Riccioli verificò l'orientamento dello gnomone assieme al confratello gesuita Francesco Maria Grimaldi e constatò che declinava verso ponente rispetto alla direzione del sud, di 9°, 6 minuti d'arco e un terzo. Questo però non impediva di verificare l'inizio delle varie stagioni lungo la striscia marmorea, dov'erano incisi anche i segni dello zodiaco.

La meridiana di Cassini


Come riportato negli atti della fabbriceria, il 12 giugno 1655 viene incaricato l'astronomo Giovanni
Domenico Cassini di realizzare una nuova meridiana in sostituzione della precedente, questo perché il Riccioli fece presente che lo gnomone del Danti, essendo la basilica ancora in fase di completamento, avrebbe cessato di funzionare, cosa che avvenne nel 1656 quando poi venne demolito il muro di fondo della navata sinistra. La meridiana di Cassini venne terminata nel dicembre del 1657. Le sue misure sono eccezionali: con una lunghezza pari a 66,8 metri, ancora oggi ne fanno la meridiana più grande al mondo. Per la realizzazione, Cassini si basò su alcune altezze del Sole, prendendo come traguardo il piano della facciata, decidendo di sfruttare la massima altezza possibile e riuscendo a fissare la lastra col foro gnomonico ad un'altezza pari a "1000 once del piede regio di Parigi" (all'epoca l'unità di misura più usata per gli strumenti ad alta precisione), corrispondente a 27,07 metri, più volte verificata per via di piccoli cedimenti strutturali o a terremoti. Il foro della lastra si comportava come un vero e proprio foro stenopeico, proiettando sul pavimento non una semplice macchia di luce, ma l'immagine stessa del Sole rovesciata come in una camera oscura (Il 30 giugno 1973, si poté osservare l'eclisse parziale di Sole con la classica immagine,rovesciata, a mezzaluna). Le ore all'italiana erano indicate in lastrine sporgenti a est e a ovest, indicando la lunghezza del meridiano dal "punto verticale" in secondi e terzi d'arco. Una volta certo di tali misure, Cassini fece scolpire sul marmo a grandi lettere che la sua meridiana corrispondeva alla seicentomillesima parte del meridiano terrestre, ponendo così una corrispondenza fra una misura lineare e le dimensioni della Terra, esattamente come verrà fatto alla fine del Settecento, quando il "metro" sarà usato come unità di misura internazionale. Cassini ritornò poi a Bologna nel 1695 per verificare la linea meridiana, insieme al figlio Jacques e a Domenico Guglielmini: gli strumenti utilizzati allo scopo sono ancora conservati nel Museo della basilica. La determinazione allora effettuata dell’epoca dell’equinozio di primavera dissipò i dubbi relativi all’opportunità di omettere il bisestile nell’anno 1700, come previsto dalla riforma gregoriana. L'ultimo aggiustamento è stato operato nel 1780 da Eustachio Zanotti, avendo già provveduto al restauro della meridiana stessa nel 1776, sostituendo alcuni marmi e la verga di ferro con due barre di ottone.
Sia per le dimensioni che per l'elevata accuratezza, la meridiana ha fornito nuove importanti misure della rifrazione (cioè la deviazione che subisce la luce di un astro attraversando l’atmosfera e che lo fa apparire più alto sopra l’orizzonte), che vennero usate per oltre un secolo e, con una precisione mai raggiunta prima, di alcune grandezze astronomiche fondamentali come l'obliquità dell'eclittica. Gli permise di determinare nuove misurazioni pari a 23°29'15", di soli 22" superiore a quella reale. Eustachio Manfredi, nel 1736, analizzando ottant’anni di osservazioni eseguite mediante la meridiana, dimostrò come diminuisse di meno di un secondo all’anno l’obliquità dell’eclittica, il circolo descritto apparentemente in cielo dal Sole nel corso di un anno e che corrisponde in realtà al piano dell’orbita terrestre intorno al Sole. Questa diminuzione dell’obliquità consiste in un raddrizzamento dell’asse di rotazione terrestre rispetto al piano in cui la Terra orbita intorno al Sole: gli astronomi che osservarono con la grande meridiana di San Petronio ebbero l'onore di aver rivelato e misurato per primi un processo che, se restasse inalterato, abolirebbe le stagioni in meno di 2000 secoli.
Cassini battezzò la meridiana "eliometro" e se ne servì per misurare il diametro del Sole, ottenendo probabilmente la prima verifica osservativa della seconda legge di Keplero, che sostiene che la Terra ha una velocità maggiore quando è più vicina al Sole e si muove più lentamente quando è più lontana o, più precisamente, che la linea che congiunge il pianeta al Sole descrive aree uguali in intervalli di tempo uguali. Per deciderlo bisognava osservare se il diametro del Sole diminuisse nello stesso modo in cui diminuiva la sua velocità, il che avrebbe voluto dire che certamente la diminuzione di velocità era solo apparente. Riuscì a determinare le variazioni del diametro solare, con la precisione di circa un minuto d'arco, misurando le dimensioni dell'immagine proiettata sul pavimento della chiesa: da 168x64 cm d’inverno a 26 cm di diametro d’estate. Si dimostrò, così, che il diametro apparente del Sole diminuiva man mano che aumentava la distanza dalla Terra, ma non diminuiva, tuttavia, nello stesso modo con cui diminuiva la sua velocità. Questo significava che la disuniformità apparente del moto solare corrispondeva ad una disuniformità reale.
Agli inizi del Novecento, l'astronomo Federigo Guarducci, attraverso le sue operazioni geodetiche, verificò la direzione della linea meridiana scoprendo che declinava verso est di un minuto d'arco e trentasei secondi e mezzo, cioè che il mezzogiorno locale vero era indicato con un ritardo di sei secondi e mezzo al solstizio d'inverno e di due secondi e mezzo alsolstizio d'estate. Ancora oggi, considerando che tale differenza varia in modo uniforme e facendo le debite riduzioni, l'affidabilità di questo vecchio strumento la si può facilmente determinare per tutti i giorni dell'anno riferendosi all'ora di precisione di un orologio da polso con un semplice calcolo o con opportune tabelle, sempre che la basilica non abbia subito cedimenti e, ovviamente, ci sia una giornata di sole.

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